Scopri l’intrigante storia del dito medio alzato e come questo antico linguaggio non verbale ha influenzato culture e comportamenti nel corso dei secoli

L’utilizzo delle mani per comunicare è, indubbiamente, un’esclusiva umana. Ancor più, italiana.

Il gesto del dito medio alzato ci accompagna da tempo, come una sorta di nume tutelare, cui fare ricorso quando si vuole rimarcare un dissenso.
Utilizzato nei più svariati campi, dallo sport alla politica e persino nell’arte, il dito medio è stato abusato e, di conseguenza, inflazionato.
Oggi, conserva ben poco della sua verve scandalosa e si è ridotto a una consuetudine pop, quasi per nulla oscena.

Tuttavia, in rari eccezionali contesti, recupera la sua forza originaria e riconquista il suo originario significato come nel caso della scultura di Cattelan, la statua che a Milano campeggia davanti a a palazzo Mezzanotte, sede della Borsa, in piazza Affari. Nota come Il Dito, undici metri totali di provocazione e irriverenza in marmo di Carrara.
In realtà l’opera della star dell’arte concettuale si chiama L.O.V.E., acronimo che sta per Libertà, Odio, Vendetta, Eternità. Quello che sembra essere un dito medio altro non è che una mano dalle restanti dita mozzate.
Su ammissione dello stesso Cattelan, rappresenta un saluto fascista, eroso in tutte le estremità dal tempo, tranne che nel terzo dito. Non è un caso che l’indisponente scultura sia stata posta proprio davanti alla Borsa, noto esempio di architettura fascista. Un gesto rivolto al mondo della finanza? L’interpretazione è lasciata all’immaginazione di chi lo osserva.

L’antropologo Desmond Morris lo considera uno dei gesti d’insulto più antichi, con il dito medio che rappresenta il pene e le dita ripiegate a rappresentare i testicoli, sottolineando la forte valenza apotropaica del gesto. Secondo Morris si tratterebbe addirittura di un gesto preumano, perché usato anche dalle scimmie.

Il più antico riferimento del gesto in questione risale addirittura al V secolo avanti Cristo: commediografo Aristofane, per primo, rilevava l’utilizzo di questo gesto, trasponendolo nelle sue opere.

Gli antichi romani lo chiamavano digitus impudicus, cioè dito indecente e Tacito riporta che le tribù germaniche lo mostravano ai soldati romani. Nell’antica Grecia, si pensa fosse usato anche per fare riferimento a un rapporto omosessuale.

Il gesto di mostrare il dito sarebbe poi approdato in America attraverso gli immigrati italiani, insieme alla pizza.
Nel 1886 fu fotografato un giocatore di baseball dei Boston Beaneaters che, in una foto di squadra, rivolgeva il dito medio probabilmente ai New York Giants.
Negli ultimi anni a mostrare il dito medio sono state star della musica come Madonna e Kurt Kobain.

Il nostro Luck You è uguale a qualsiasi dito medio alzato della storia recente e meno recente.
È una mano chiusa trattenuta, in cui solo il dito medio parla. E cosa dice per noi?
Non certo volgarità gratuite e pochezza d’animo.
Il nostro Luck You sintetizza con potenza uno stato d’animo molto attuale, un esplicito “state lontani da me se dovete dare fastidio”.
La scultura creata da Deborah Napolitano segna un confine netto all’interno del quale davvero si può essere più sereni, più connessi, più fortunati. In sintesi un gesto di scaramanzia contemporanea.
La delimitazione dei propri spazi vitali, l’area di azione di assoluta libertà personale da cui tenere alla larga emozioni negative, tossiche, sconveninti, invalidanti.