Nell’antica Roma non esisteva il confine tra superstizione e religione.
Tutto era surperstizione e la superstizione era un rapporto costante e quotidiano per i romani.
Il fallo è stato, molto spesso, grande protagonista dei manufatti dell’antica Roma proprio perché era ritenuto un amuleto potente contro il malocchio.
Gli amuleti erano molto diffusi perché ogni piccola disavventura quotidiana prevedeva gesti o rituali per scongiurare eventuali peggioramenti, mentre situazioni più gravi prevedevano l’intervento di veri “maghi”.
La religione familiare romana conosceva infinite divinità a cui si affidava il compito di proteggere ogni momento della vita; per avere il loro appoggio bastava fare una piccola offerta (come un pizzico di farina) o fare un preciso gesto rituale o scaramantico.
Una religione “di tutti i giorni”, a cui spesso si accenna appena nelle fonti storiche, ma che riempiva tutti i momenti, alternando superstizione pratica e “magia spicciola”.
Uno dei grandi spauracchi della Roma antica era il fascinus, il malocchio, un influsso malefico che si riteneva venisse trasmesso a parole, con dei gesti particolari oppure semplicemente con uno sguardo.
Era il cosiddetto oculus malignus, “occhio maligno”, esatta corrispondenza del nostro “malocchio”:
Si pensava che esistessero persone, dotate di occhi incantatori, capaci di lanciare malefici solo guardando una persona.
È proprio dal termine fascinus che deriva il sostantivo italiano “fascino” che racchiude in sé ancora oggi una certa allusione a qualcosa di misterioso e magico.
Il fascinus infatti poteva avere molti effetti, anche fatali e poteva colpire tutti, ma una categoria particolarmente soggetta agli influssi negativi era ritenuta quella dei bambini: a loro veniva fatta indossare la bulla, un amuleto che portavano per tutta l’infanzia e che si riteneva potesse scacciare il malocchio.
Più in generale, erano molti i modi per scampare al fascinus o per allontanarlo. Dai già citati rituali si passava a pratiche più semplici, come i gesti apotropaici, scaramantici, di scongiuro (alcuni gesti antichissimi sopravvivono ancora oggi: si pensi al gesto delle corna) ma particolarmente diffusa era la distrazione dello sguardo maligno mediante amuleti.
Il più diffuso di questi era l’amuleto a forma fallica, ritenuto un mezzo molto potente per allontanare il fascinus a tal punto che gli amuleti a forma di falli erano noti con lo stesso termine: l’amuleto a forma di fallo si chiamava fascinus.
Ed è a questa storia con radici antiche che si ispira il Farfallum, disegnato e creato per Memo da Deborah Napolitano.